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Pietracatella

Il Molise
dalle origini ai nostri giorni

Giambattista Masciotta

Volume Secondo
Il Circondario di Campobasso

Napoli
Stab. Tipografico Luigi Pierro e figlio
Via Roma, 402
1915

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Pietracatella

ORIGINE E DENOMINAZIONE.

- Secondo la tradizione più comune, da due Casali "Catella" e "Rocca Catella" situati a breve distanza l'uno dall'altro (il primo nella piana in riva al Fortore, il secondo in collina), ebbe origine l'attuale Comune, quando gli abitanti di quelli conversero nella località, in seguito a terremoti ed epidemie, ed altre cause che rendevano opportuno l'inurbamento. Ciò nel secolo XIV.

I nomi, peraltro, dei due casali non dovevano essere quelli che la tradizione ricorda, giacchè un d'essi doveva chiamarsi "Petra" come si legge nel Catalogo del Borrelli (266); e l'altro "Catella". Gli abitanti di "Catella" immigrarono in "Petra (detta così dal gran sasso che difende da borea l'abitato) e l'università ingrandita prese il nome di Pietracatella.

Lo stemma del Comune porta nel campo una torre, della quale una cagna tenta la scalata. Non ci è riuscito d'indagarne il recondito significato.

POPOLAZIONE.

- Fuochi 110 nel 1532: 221 nel 1545: 250 nel 1561: 308 nel 1595: 308 nel 1648: 264 nel 1669: 247 nel 1737: abit. 1700 nel 1780: 1700 nel 1795: 3310 nel 1835: 3262 nel 1861: 3504 nel 1881: 3425 nel 1901: 3198 nel 1911.

NOTIZIE FEUDALI.

- Nel Catalogo Borrelli si legge; "Riccardus de Guasto, sicut dixit demanium suum de Disterna, de Petra et de Catella est feudum II militum, de Portacara feudum I militis et de Montilione feudum I militis".

Declinando la dominazione normanna, i due casali erano in dominio di una famiglia che - per lunga signoria - aveva già assunto il pronome dal nome del feudo: la famiglia De Catellis discendenza forse del titolare anzidetto.

Della famiglia De Catellis si hanno notizie fino ai primordi del secolo XIV. Il Perrella riproduce, infatti, il sommario d'uno istrumento stipulato nel 1306 tra i figli del deceduto Benedetto de Catellis, e la zia Florenza, con l'intervento d'Ilaria di Stipite moglie di Gentile di San Giorgio: tutti condomini d'ambo i casali (267).

Dobbiamo però - per amore di verità e di esattezza storica - avvertire che Ilaria era di cognome di Sus e non di Stipite, come ben si può rilevare nella mon. di Trivento nel presente volume.

Nel 1387 Re Ladislao di Durazzo diede in feudo a Tommaso Boccapianola Pietracatella e molte altre terre di Capitanata, fra le quali (nel Molise d'oggi) Rotello e Monacilioni.

Della famiglia Boccapianola diamo i consueti ragguagli storici e no-

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biliari nella mon. di Bonefro nel IV volume. Dei suoi titolari per Pietracatella sono noti:
a) Tommaso, primo investito, il quale morì in Napoli 1º ottobre 1389, come si legge nella lapide tombale nel Duomo della città.
b) Francesco, primogenito di Tommaso, deceduto senza prole nel 1445.
c) Giovanni, nipote di Francesco essendo figlio del costui germano Bertraimo. Egli morì nel 1459, lasciando erede il figliuolo Bertraimo avuto dalle nozze con Mariella Coscia, della nobile famiglia di cui si parla nella mon. di Oratino nel presente volume.
d) Bertraimo, che sposò in prime nozze Galtirella Brancaccio sorella del Conte di Noia, ed in seconde nozze Prudenza Bozzuto, da cui ebbe l'unica figlia Roberta.
e) Roberta, nel 1483, andò sposa a Bartolomeo di Capua di Altavilla, poi Principe di Riccia qual donatario del fratello.

Così Pietracatella passò in dominio della casa di Capua, della quale forniamo amplissime notizie nella mon. di Riccia. L'università rimase in feudo ai di Capua sino al 1564, allorchè Fabbrizio la vendè a Cristofaro Ceva Grimaldi.

La famiglia Ceva Grimaldi (Grimaldi in origine) era genovese ed ascritta alla nobiltà della Superba. Vestì l'abito di Malta nel 1347, e venne nel Reame all'inizio dell'epoca vicereale.

Usava per arma uno scudo fasciato di oro e di nero.

I suoi titolari per Pietracatella furono:
a) Cristoforo, duca di Telese, il quale morì anteriormente al 1597 e dispose per testamento i feudali di Telese in favore del secondogenito Giovannantonio (in vita nel 1614); e quelli di Pietracatella assegnò al primogenito Gianfrancesco: onde la stirpe si divise nei due rami distinti dal nome del feudo principale rispettivo.
b) Gianfrancesco, che conseguì il titolo di marchese di Pietracatella nel 1606. Fu un distinto diplomatico, incaricato di parecchie missioni da Filippo III di Spagna presso le Corti di Firenze, di Savoia, di Modena e di Mantova.
c) Diego Francesco, titolare certamente dal 1629 al 1648. Ebbe per moglie, in seconde nozze, Beatrice Sanseverino vedova del duca di Fragneto.
d) Giuseppe, in vita nel 1698, il quale acquistò Gambatesa e Macchia Valfortore. Fu sua moglie Giulia di Montalto, figlia della suddetta Beatrice e di Ludovico duca di Fragneto.
e) Gianfrancesco.
f) Giuseppe, vivente nel 1748, consorte di Angela Pisanelli, donde il titolo di duca di Pesche.
g) Gianfrancesco - in vita nel 1760 - consorte di Sinforosa Mastrogiudice, onde fu pure marchese di Montorio.

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h) Giuseppe, ultimo titolare. Nato l'8 settembre 1776 da Francesco e Maria Spinelli dei principi di Cariati, dopo la restaurazione del 1815 percorse una brillante carriera nelle pubbliche magistrature.

Dal 1816 al 1826 fu di seguito Intendente in Aquila, Lecce e Potenza. Nel 1826 elevato alla carica di Ministro di Stato senza portafoglio nel 1830 Ministro degli Interni, e finalmente Presidente del Consiglio fino all'entrare del 1848.

La competenza politica ed amministrativa, acquistata in tanti anni di vita ministeriale, rese pregevoli alcuni suoi opuscoli sulle questioni più dibattute del tempo.

Com'erasi tenuto in disparte durante il decennio francese, così nel 1860 non solo non volle aderire al nuovo ordine di cose creato dall'epoca garibaldina; ma rinunciò perfino al grado di Socio Ordinario dell'Accademia Pontaniana ed alla pensione di ministro, statagli regolarmente riconosciuta dal Governo nazionale. Morì in Napoli il 21 maggio 1862.

Il titolo marchesale fu ereditato dal figlio Francesco, nato a Napoli nel 1828, nominato Senatore del Regno il 15 maggio 1876, deceduto in Roma il 21 novembre 1896. Con lui si estinse la storica famiglia, ed ogni diritto in altri ai titoli ducale di Pesche, e marchesale per Pietracatella e Montorio.

NOTIZIE ECCLESIASTICHE.

- Pietracatella fa parte dell'archidiocesi di Benevento. Annovera una sola parrocchia sotto il titolo di S. Giovanni Battista. Il patrono del Comune è S. Donato vescovo e martire, la cui festa ricorre il 7 agosto.

Le chiese sono:

S. Giovanni Battista. - Non sopravvive il ricordo della sua fondazione. Danneggiata da un violento incendio nel 1715, i restauri che seguirono non vennero ultimati che verso il 1721. Si compone di una sola nave, lunga m. 28, larga m. 11, ed alta m. 10.

S. Maria di Costantinopoli. - Piccolo edificio di recente costruzione, suddiviso in tre navi.

S. Nicola. - È una modesta cappella edificata dai fedeli pochi anni or sono.

S. Giacomo. - Vecchia chiesa andata quasi del tutto in rovina. Ne sopravvive, integro, il campanile, provveduto di due vetuste campane, pregevoli per bella sonorità.

Le serie degli arcipreti:

Pittarelli Anselmo (?-1755): Di Cinno Domenico ec. cur. (1755-56) arc. (1756-70): Giuliani Giuseppantonio ec. cur. (1770-71): Massa Giu-

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seppe ec. cur. (1771-74): Ialenti Giuseppe (1775-90): Maselli Giovanni ec. cur. (1791-1803) arc. (1803-23) Martino Giuseppe ec. cur. (1824): De Rita Pasquale ec. cur. (1824-26): Rocco Beniamino (1826-45): Carfagna Costanzo ec. cur. (1845-51): Rocco Leopoldo ec. cur. (1851-52): Campanile Nicola di Colle Sannita (1852-57): Pasquale Francesco ec. cur. (1857-59): Rocco Leopoldo (1859-95): De Vita Giuseppe ec. cur. (1895): Pasquale Saverio (1895-19...

NOTIZIE AMMINISTRATIVE.

- Pietracatella è sempre appartenuta alla Capitanata fino al 1811. Nel 1799 fece parte del Dipartimento del Sangro, e del Cantone di Riccia. Nel 1807 fu assegnata al Distretto di Foggia ed al Governo di S. Elia a Pianisi; e nel 1811 passò col Circondario (già governo) ed ora Mandamento di S. Elia alla provincia di Molise, nel Distretto (ora Circondario) di Campobasso.

Il Municipio ha sede in locali di proprietà privata, tenuti in fitto per l'annua pigione di L.150.

Le serie dei Sindaci:

Pasquale Pietro Antonio (1809): Ialenti Francesco Saverio (1810): Petrella Michele (1811): Maselli Pasquale (1812-14): Recchia Tommaso (1815-16): Maselli Pasquale (1817-23): Di Renzo Luigi (1823-26): De Rita Sergio (1826-29): Giuliani Vincenzo (1829-31): De Rita Sergio (1831-32): Germano Luigi (1833-34): De Rensis Francesco (1835-37): Petrella Donato (1838-40): De Rensis Francesco (1841-43): Ialenti Francesco Saverio (1844): Pittarella Modestino (1844-46): De Rita Sergio (1847-49): Maselli Donato Maria (1850-53): Recchia Giuseppe (1853-55): Ferrara Francesco (1855-56): Maselli Giovanni (1856-58): Pasquale Giovanni (1859-60): Petrella Donato (1860-61): Germano Luigi (1861-62): De Rita Pasquale (1862): Rocco Andrea (1863): Ferrara Giovanni (1863-64): De Rita Enrico (1864-67): De Vita Raffaele (1867-74): Rocco Alessandro Comm. Straord. (1874): Pasquale Saverio (1874): Rocco Andrea (1874-76): Pittarella Giuseppe (1876-77): Pittarella Antonio (1878): Pasquale Giovanni (1878): Ferrara Giuseppe (1878-95): De Rita Giuseppe (1895): Pasquale Luigi (1896): Rocco Domenico (1896-99): De Rita Giuseppe (1899-1906): De Rita Achille (1906-...

COLLEGIO ELETTORALE.

- Pietracatella è appartenuta sempre al Collegio di Riccia, ad eccezione che nel periodo dal 1882 al 1891 in cui fece parte del Collegio di Campobasso I.

AGENZIA DELLE IMPOSTE.

- Riccia.

UFFICIO DEL REGISTRO.

- S. Elia a Pianisi.

ISTRUZIONE PUBBLICA.

- Il Comune annovera tre classi elementari

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maschili e tre femminili, condotto da quattro insegnanti. La spesa annuale è di L.5.000. Le scuole sono allogate in locali di proprietà privata.

POSTA E TELEGRAFO.

- L'ufficio postale è stato impiantato nel 1882. Non vi ha ufficio del telegrafo.

ISTITUZIONI ECONOMICHE E DI BENEFICENZA.

* Congregazione di carità. - Dispone d'una rendita annuale di lire 1.000. Nel 1902 tale rendita ascendeva a L.1203,60 gravata di L.53,41 di contributo provinciale.

ILLUMINAZIONE PUBBLICA.

- Nulla.

CIMITERO.

- È ubicato a circa m. 300 dall'abitato, e contiene sette cappelle private pertinenti alle famiglie Rocco, Pillarella, Trentalance, Maselli Giovanni, Petrella Gioacchino.

Fu costruito nel 1877, conforme il progetto dell'ing. Donato d'Alena di Campobasso, con un dispendio di circa L.17.000.

EX-FEUDI NELL'AGRO ATTUALE.

* Casalpiano. - Era un tempo abitato, giacchè in esso sorgeva il villaggio di Rocca Catella popolarmente detto "Casalfone". Forse il terremoto del 1456 distrusse questo villaggio, poichè nella Numerazione del Regno del 1532 non è affatto mentovato.

MEMORIE STORICHE.

Luigi d'Angiò a Pietracatella. - Nell'agosto del 1383, fervendo la lotta dinastica fra i durazzisti in trono e gli angioini pretendenti, Luigi d'Angiò - diretto alla volta delle Puglie - trovavasi accampato nei pressi di Pietracatella. La notizia n'è data dal di Di Costanzo (268) e confermata dal Summonte (269).

Dalla duplice fonte storica risulta chiaro che una falsa mossa aveva condotto l'angioino nel versante sinistro del Fortore "in una terra chiamata Pietra Catello" insieme con 8.000 cavalli, nella fiducia che le milizie di Re Carlo III di Durazzo non avessero oltrepassato l'Appennino.

Re Carlo, invece, gli era assai prossimo sull'opposta riva del fiume, all'intento di tagliargli la via, ed impedirgli di raggiungere il grosso dell'esercito che accampava in Terra di Bari.

Il pericolo di Luigi d'Angiò era grave ed imminente. Occorreva una risoluzione animosa per evitare lo scontro ed ulteriori sorprese. Raccolti in consiglio i capitani delle milizie, Pietro della Corona - ch'era del numero e fra i più ascoltati - escluse l'opportunità di affrontare il nemico assai più forte per numero e posizione, e propose di tentare la fuga, irrompendo nelle linee regie e sfondandole, con un ardimento che doveva trarre la maggiore efficacia dalla sorpresa e dallo stordimento che l'azione sarebbe per produrre.

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Pietro della Corona, inoltre, date le proprie veste al principe ed indossate quelle di lui (per sottrarlo al pericolo di un riconoscimento), guidò le truppe al guado del Fortore e contro le linee nemiche, le quali si apersero per lasciarle passare, senza aver modo di opporre una qualsiasi resistenza.

L'operazione riuscì, dunque, in modo veramente meraviglioso; e per essa Luigi d'Angiò eluse l'insidia tesagli da Re Carlo, il quale perdè così l'occasione più bella di catturare il potente rivale.

BIOGRAFIA.

Giambattista Petrella. - Nacque in Pietracatella nel 1807 dal dott. Michelangelo e Benedetta Sedati. Compiuti i primi studi letterari nel paese nativo, seguì il corso di filosofia a Toro nella fiorente scuola del Trotta e poscia si laureò in diritto civile e canonico.

Ritiratosi in Campobasso per esercitarvi la professione, conquistò tosto un bel nome nel foro locale per la profonda dottrina giuridica, e pel senso squisito d'equità e giustizia cui informava la propria condotta morale.

Queste doti predare, congiunte ad un eccezionale disinteresse, c'inducono a ricordar di lui un nobilissimo gesto, che menò grande rumore nella cronaca provinciale del tempo.

Tal Nazario Stinziano, imputato d'uxoricidio con premeditazione, non potendo per difetto di mezzi provvedersi del patrocinio d'un avvocato, ebbe per avvocato d'ufficio il Petrella. Il Petrella, avanti la Gran Corte Criminale di Campobasso, pronunciò una lunga e commossa arringa in difesa di lui, ma infruttuosamente: lo Stinziano fu condannato a morte. Promosse, allora, il Petrella, il ricorso in Corte Suprema a Napoli; senonchè l'esito fu parimente negativo.

Il Petrella ricevè la notizia a Campobasso, e senza pensarvi su due volte partì per la capitale: ed avvalendosi delle amichevoli relazioni che aveva col marchese di Pietracatella (Presidente del Consiglio dei Ministri e suo cliente), gli presentò la domanda di grazia al Re, premurandolo per l'accoglimento.

Frattanto lo Stinziano era stato tradotto a Trivento - luogo della nascita e del delitto - per essere giustiziato nella pubblica piazza.

La staffetta ministeriale, recante il decreto di grazia e la commutazione della pena all'ergastolo, giunse a Trivento due o tre ore prima che il corpo dello sciagurato pendesse dal canape!

Due anni dopo - il 16 aprile 1845 - Giambattista Petrella moriva a Campobasso, già vedovo di quell'eletta donna che fu Enrichetta Franceschini di Casacalenda, lasciando tre orfani: Giulia, Laura e Guglielmo Ugo, oggi Senatore del Regno.

NOTE ILLUSTRATIVE E BIBLIOGRAFICHE

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(266) Vedi op. alla nota (42). [(42) Nel corso del presente e dei successivi volumi siamo assai di frequente costretti a mentovare questo "Catalogo" pubblicato la prima volta dal P. CARLO BORRELLO nel 1653 per confutare Francesco Elio Marchese, e dimostrare che parecchie famiglie ascritte ai seggi di Napoli possedevano feudi fin dai tempi normanni. L'opinione prevalsa fra gli storici reputava che il Catalogo dovesse riferirsi alla crociata del 1187; sennonchè l'illustre Capasso - dopo accuratissime e laboriose indagini - potè accertare che il Catalogo stesso è il transunto dei famosi defetari, o registri del servizio militare dell'antico Reame di Napoli sotto i Normanni, i quali dovettero essere compilati prima del 1161 ed indi rifatti non più tardi del 1168.

E potè stabilire, alresi, che di circa un centinaio di feudatari compresi nel Catalogo, pochi precedono il 1154 e il 1170: onde è in questo breve periodo di tre lustri che dobbiamo intendere riferite le signorie di cui facciamo menzione in base al Catalogo del Borrelli. (Vedi negli Atti della Reale Accademia d'Archeologia, Lettere e Belle Arti, vol. IV, Napoli, 1868, la memoria di CAPASSO BARTOLOMEO. Sul Catalogo dei Feudi e dei Feudatari delle Provincie Napoletane sotto la dominazione normanna).]

(267) Op. alla nota (73), vol. I, pag. 331 e seguente. [(73) PERRELLA ALFONSO. - Effemeride della Provincia di Molise. Isernia. Stab. Tip. F. de Matteis, 1890. (Confr. vol. II, page. 60, all'anno 1458).]

(268) Op. alla nota (67), a pag. 202. [(67) DI COSTANZO ANGELO. - Historia del Regno di Napoli divisa in XX libri, ecc. In Napoli. M.DCC.XXXV. Per Francesco Ricciardo. (Confr. a pag. 159).]

(269) Op. alla nota (70), vol. II, pag. 482. [(70) SUMMONTE GIOVANNANTONIO. - Historia della Città e Regno di Napoli. In Napoli, l'anno santo M.DC.LXXV. A spese di Antonio Bulifon. (Confr. vol. II, pag. 545).]


Questa pagina: https://www.roangelo.net/molise/pietra.html
A cura di Robert [Wesley] Angelo

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