Trovare un'occupazione per un dignitoso domani è il primo obiettivo della gioventù di Gambatesa

Sono pochi quelli che possono seguire un corso regolare di studi sino alle soglie dell'università - Gli altri, e sono i più, devono scegliere tra la vita grama del paese e l'« evasione »

GAMBATESA, 30
Nel paese di provincia come nella città i problemi che si pongono ai giovani sono più o meno gli stessi, con una variante nella soluzione o nelle maggiori possibilità di soluzioni che l'ambiente più sostenuto, le attività economiche maggiori che offre la città, danno ai giovani di questa ultima.

A Gambatesa, come nella maggior parte dei centri minori del Molise, al giovane uscito dalle Scuole medie, si pone l'arduo problema della continuazioni degli studi, della scelta libera e consapevole del ramo di studi da intraprendere.

Le porte dell'Università sono aperte per pochi ed in genere gli universitari sono costretti a seguire un corso di studio irregolare e discontinuo, alternato per necessità di cose, con occupazioni di ripiego, come l'attività di « istitutore » nei convitti, o qualcosa di simile che permetta loro di poter godere di una certa autonomia economica oltre la possibilità di poter continuare gli studi.

Gli altri, e sono i più, devono scegliere, giovanissimi, tra una grama esistenza in paese che poggia su attività artigianali di scarso rendimento, ovvero, dopo aver acquistato alcuni capi di biancheria indispensabile, emigrano verso il Nord ed oltre, verso i Paesi d'oltre confine: Germania, Belgio, Svizzera ecc.

Assistiamo così allo spopolamento dei paesi, con la mancanza delle migliori forze che si riversano nei Paesi stranieri a cercarvi lavoro.

Possiamo avere conferma e più precise analisi di quanto abbiamo innanzi esposto dagli interessati, ai quali abbiamo posto le nostre domande.

A Fernando Di Maria, un giovane di 25 anni, parucchiere, che lavora in un salone di Roma, abbiamo chiesto perché non è rimasto in paese: « Un giovane della mia età -- ci ha risposto -- deve potersi guadagnare il pane e non pesare più sulle spalle dei genitori. A Gambatesa non riuscivo a guadagnare neppure soldi per le sigarette... e poi la vita a Roma è un'altra cosa! » Nessun commento a questa dichiarazione spontanea e giusta di un giovane in cerca di autonomia e... di « dolce vita » anche se poi sappiamo che anche a Roma fanno sacrifici.

Roma, Milano, Bologna, Napoli, sono i grossi centri che assorbono parte dei nostri giovani, ma i più varcano la frontiera, come Felice Di Maria, di anni 27, ora in vacanza a Gambatesa, al quale abbiamo chiesto dove è emigrato e quale mestiere esplica: « Sono emigrato in Svizzera da circa cinque anni a Affolter am Albis (Zurigo), dove esercito la professione di saldatore elettrico presso una fabbrica di lavorazione in ferro. Gli inizi sono stati duri per me, come per tutti gli emigrati italiani, poi sono riuscito a specializzarmi ed ora le cose vanno benino ».

Sul domani professionale abbiamo posto la nostra domanda ad Antonio Corazza, un giovane di 25 anni, insegnante. Gli abbiamo chiesto cosa ha condizionato la sua scelta professionale, ed egli: « Avrei preferito poter continuare una delle attività paterne, quale il commercio, ma considerata la situazione politica dei tempi e la sempre minore chiarezza che si prospetta nel futuro italiano, sono costretto a ripiegare su un impiego ».

Pietro Guglielmi, uno studente universitario di medicina di anni 23, alla nostra domanda sul motivo che ha orientato la sua scelta professionale, ha risposto: « Ho scelto e frequento la facoltà di medicina presso l'Università di Napoli, e spero di laureare e specializzarmi. La professione del medico specialista è oggi una delle professioni più vantaggiose economicamente, oltre il nobile significato che riveste la professione stessa ».

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Last revised: 15 January 2006 : 2006-01-15

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